Fotogiornalismo, etica e l'appello di Serra

L'appello lo ha lanciato Roberto Serra, fotoreporter dell'Agenzia Iguana Press, sul sito di Radio Città del Capo:
«...invitiamo i fotoreporters e più in generale tutti gli operatori dell'informazione, a non produrre immagini inventate destinate ad illustrare articoli di cronaca relativi a violenza domestica, violenza carnale, furti in appartamento e scippi, rilevando nelle immagini di questo genere abitualmente utilizzate dai giornali una vocazione malsana, una vena speculativa ed una attitudine all'illustrazione di un racconto di fantasia piuttosto che alla pura cronaca di un fatto.»
E l'invito è stato subito raccolto da Paolo Soglia, direttore della radio, nell'articolo "Fotogiornalismo o fiction?":
«...Che sensazione avreste durante un telegiornale se invece delle immagini reali di un attentato andasse in onda - a copertura del servizio - un film di guerra? Oppure se la ripresa di uno scontro di piazza fosse una ricostruzione con attori che recitano e si menano?
Anche in radio si potrebbe tranquillamente evitare di fare la cronaca in diretta di una manifestazione: basterebbe raccontare il tutto da studio con un sottofondo di cori, urli e slogan, tanto per rendere l'atmosfera. Sono situazioni limite, quasi surreali, eppure per molti quotidiani nostrani rappresentano la normalità.
Alcuni fatti di cronaca, specie se legati ad atti di violenza sui minori o sulle donne, vengono illustrati e "raccontati" fotograficamente con immagini finte, ricostruite ad arte per dare il senso della sopraffazione e dell'abuso.»
Non siamo più neppure nell'ambito della "messinscena", dello staging; siamo alla stock photography che si sostituisce al reportage fotografico nella sua "delirante pretesa" di testimoniare il mondo.

Ciao
Giovanni B.

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