Alberi alti fino a cento metri, lentamente sepolti -due milioni e mezzo di anni fa- da uno spesso strato di argilla che li ha conservati fino ai giorni nostri.
La prima cosa che ho imparato è che la foresta fossile di Dunarobba (in provincia di Terni, Umbria) non è una foresta fossile, perchè l'argilla che due milioni e mezzo di anni fa ricoprì queste maestose sequoie ha impedito il processo di mineralizzazione (l'ho copiato, si nota?). Così i tronchi, che a partire dagli anni '70 sono stati portati alla luce, presentano ancora oggi una struttura lignea.
A Dunarobba è possibile vedere una ventina di questi tronchi; altri sono ancora sepolti: spezzati, inclinati, contorti... sembra di osservare una foresta spazzata da un uragano.
Purtroppo, però, proprio la loro struttura lignea, caratteristica così preziosa e rara a livello mondiale, rende la foresta di Dunarobba molto delicata; per proteggere questi maestosi tronchi è stato necessario costruire delle tettoie (piuttosto dozzinali) che rovinano completamente l'impatto visivo, facendo perdere la sensazione di camminare tra i resti di un'antica foresta (sensazione che si prova -invece- guardando le fotografie scattate negli anni '80, quando le strutture protettive ancora non c'erano).
Per i fotografi questa è una vera, piccola sventura: dimentica le panoramiche e concentrati sui close-up.
Sempre per i fotografi, un cartello in biglietteria ed un'altro all'ingresso del sito avvisa che «è possibile scattare fotografie all'interno dell'area della foresta fossile di Dunarobba soltanto per uso personale. Non è consentita la divulgazione sia in formato cartaceo che digitale - web. Per eventuali autorizzazioni rivolgersi alla "Sovraintendenza per i beni archologici dell'Umbria"».
Puoi ben immaginare che mi è difficile comprendere la ratio di una simile limitazione: dovremmo, piuttosto, cercare di promuovere in tutti i modi questi piccoli tesori, e il web può essere d'aiuto. Comunque, ligio alle regole, ho mandato la richiesta d'autorizzazione per pubblicare qualche foto, sperando di invogliare qualcuno a seguire le mie orme e a trascorrere un sabato a Dunarobba.
(Nel nord della Cina hanno trovato una foresta fossile di 298 milioni di anni fa, sommersa, proprio come Pompei, dalle ceneri di un'eruzione vulcanica, che l'ha preservata intatta fino ad oggi. Certo, la Cina è un po' fuori mano rispetto ad Avigliano Umbro.)
Ciao
Giovanni B.
La prima cosa che ho imparato è che la foresta fossile di Dunarobba (in provincia di Terni, Umbria) non è una foresta fossile, perchè l'argilla che due milioni e mezzo di anni fa ricoprì queste maestose sequoie ha impedito il processo di mineralizzazione (l'ho copiato, si nota?). Così i tronchi, che a partire dagli anni '70 sono stati portati alla luce, presentano ancora oggi una struttura lignea.
A Dunarobba è possibile vedere una ventina di questi tronchi; altri sono ancora sepolti: spezzati, inclinati, contorti... sembra di osservare una foresta spazzata da un uragano.
Purtroppo, però, proprio la loro struttura lignea, caratteristica così preziosa e rara a livello mondiale, rende la foresta di Dunarobba molto delicata; per proteggere questi maestosi tronchi è stato necessario costruire delle tettoie (piuttosto dozzinali) che rovinano completamente l'impatto visivo, facendo perdere la sensazione di camminare tra i resti di un'antica foresta (sensazione che si prova -invece- guardando le fotografie scattate negli anni '80, quando le strutture protettive ancora non c'erano).
Per i fotografi questa è una vera, piccola sventura: dimentica le panoramiche e concentrati sui close-up.
Sempre per i fotografi, un cartello in biglietteria ed un'altro all'ingresso del sito avvisa che «è possibile scattare fotografie all'interno dell'area della foresta fossile di Dunarobba soltanto per uso personale. Non è consentita la divulgazione sia in formato cartaceo che digitale - web. Per eventuali autorizzazioni rivolgersi alla "Sovraintendenza per i beni archologici dell'Umbria"».
Puoi ben immaginare che mi è difficile comprendere la ratio di una simile limitazione: dovremmo, piuttosto, cercare di promuovere in tutti i modi questi piccoli tesori, e il web può essere d'aiuto. Comunque, ligio alle regole, ho mandato la richiesta d'autorizzazione per pubblicare qualche foto, sperando di invogliare qualcuno a seguire le mie orme e a trascorrere un sabato a Dunarobba.
(Nel nord della Cina hanno trovato una foresta fossile di 298 milioni di anni fa, sommersa, proprio come Pompei, dalle ceneri di un'eruzione vulcanica, che l'ha preservata intatta fino ad oggi. Certo, la Cina è un po' fuori mano rispetto ad Avigliano Umbro.)
Come arrivare alla foresta fossile di Dunarroba
- Lasciata Roma sull'autostrada A1, direzione Firenze, si esce ad Orte dove si prende la E45 direzione Perugia. Usciti a San Gemini, segui le indicazioni per Avigliano Umbro.
- Il sito archologico della "foresta fossile di Dunarobba" dista circa ottocentro metri dalla biglietteria, percorribili a piedi o in macchina; altri duecento metri circa devono essere percorsi a piedi.
- Si può accedere al sito archeologico solo accompagnati da una guida: le visite guidate sono una ogni ora circa, ma per gli orari vi consiglio di fare riferimento al sito del Centro di paleontologia vegetale della foresta fossile di Dunarobba.
Ciao
Giovanni B.
Da due anni che vivo in Umbria e nessuno mi aveva detto di questo luogo. Amo la paleotologia e vorrei tanto visitarlo, anche mi simbra un po' brutto con quelle tettoie. Grazie per la informazione.
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