Come la pellicola mi ha salvato dalle foto di gattini, cagnolini, ciambelle e bikini

Fotografare oggi non costa nulla (almeno così si dice), ma non è sempre stato così: prima dell'avvento del digitale, del crollo del costo delle memorie e delle macchine fotografiche, fotografare costava, eccome!
Dovevi comperare la pellicola (al massimo 36 pose, ma c'erano anche quelle da 12), farla sviluppare e stampare le fotografie. Ogni singola foto veniva a costare su per giù poco meno di 500 lire (circa 25 centesimi), quando un espresso al bar costava meno di 1.000 lire (circa 50 centesimi!).


Per questo anche il fotografo meno avveduto - prima di scattare - ci pensava due volte e un rullino da 36 pose poteva durare più giorni!
Un dramma? Niente affatto; con i suoi costi la pellicola mi ha salvato dallo tsunami di fotografie di gattini/cagnolini, scarpe, borse, ciambelle, tramonti, pettorali e bikini che oggi spopolano sul web.

Ecco, in questa bella infografica di Twenty Pixels, tutte le fotografie che non avremmo mai scattato al tempo della pellicola (clicca sull'immagine per ingrandirla).

Immagine grafica che rappresenta le fotografie che non avremmo mai scattato con la pellicola

L'immagine è © Twenty Pixels ed è usata con il permesso dell'autrice.

Ciao
Giovanni B.

Commenti

  1. sono d'accordo. lo slogan "non pensare, scatta" (che strano ma vero, è di un'azienda di macchine a pellicola) non mi ha mai trovato d'accordo. però non credo nemmeno che sia da demonizzare. la diffusione della fotografia per tutti è positiva, trovo molto più deleteri i fotoamatori che si fanno pagare come professionisti per ritratti orrendi in studi improvvisati.

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  2. Ciao Diana,
    demonizzare? No, quello mai. In fin dei conti, per chi non ci lavora, la fotografia deve essere anzitutto divertimento e voglia di esplorare le possibilità di questo mezzo. E se la fotografia di una ciambella oggi serve a portare una persona in più ad una mostra fotografica domani, ben venga la foto della ciambella.

    Buon we
    Giovanni

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