Cosa rende "buona" una fotografia?

Le valutazioni del sensore della Leica M9, pubblicati da DxOmark la scorsa settimana, mi hanno fatto pensare: com'è possibile che una macchina fotografica tanto apprezzata come la Leica M9 abbia fornito una prestazione così opaca?

In questo fine settimana ho abbozzato (per l'ennesima volta, in realtà) la risposta: forse gli elementi oggetto di valutazione sono, in realtà, sopravvalutati.
Prestiamo - cioè - troppa attenzione alla forma (risoluzione, nitidezza, latitudine di posa) e poca alla sostanza (la capacità di suscitare un'emozione, veicolare un sentimento, instillare un dubbio o raccontare una storia).

Street photography a Verona. Ragazzo che studia in mezzo ad innamorati

Oggi ho trovato questa mia "intuizione" espressa molto bene sul blog dell'agenzia Black Star. Tradotto, suona più o meno così:
Dal mio punto di vista, molte buone fotografie, quelle che mi piacciono veramente, a volte non hanno un'esposizione perfetta, o una nitidezza estrema. Quello che mi interessa è come l'immagine riempie il fotogramma: il movimento, l'equilibrio, la composizione. Poi viene il tempo: quello che stava accadendo (o quello che io mi immagino stesse accadendo) nell'istante in cui il fotografo ha premuto il pulsante di scatto. Questa è la fotografia! Se sei perplesso, visita una mostra, apri una rivista di moda o un libro di fotografie dei grandi fotografi contemporanei e vedi cosa rende veramente grande una fotografia. Ti do un aiuto: non è necessariamente un'immagine nitida. (David Saxe, "How to Take Good Pictures") 
Una buona fotografia, in sostanza, deve suscitare una reazione; tutto il resto (nitidezza, latitudine di posa, risoluzione) è solo il contorno della pietanza principale.

Ciao
gio.bi

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