Questo è Rivaldo, un giovane operaio del Mozambico che domani correrà la sua seconda Maratona di Roma tra i Top Runner.
La sua storia dimostra che, assieme, si possono fare veramente grandi cose.
Questo scatto l'ho fatto oggi, subito dopo la conferenza stampa. Domani seguirò Rivaldo lungo il percorso della maratona: è prevista pioggia (tanta) e sono un po' terrorizzato, perchè la Fuji X-E1 non è tropicalizzata. Mi sono attrezzato con delle coperture in plastica per la fotocamera, ma veramente c'è da incrociare le dita. Speriamo in bene! Mal che vada, dovrò comperare la X-T1 :)
Ciao
Giovanni B.
Rivaldo |
Imbianchino e assistente muratore in un villaggio del Mozambico, Rivaldo ha sempre avuto una passione per la corsa. Correva, da bambino, per andare a scuola. Quando è morto il papà aveva 15 anni, ha dovuto smettere di studiare ed ha iniziato a lavorare, per mantenere la mamma ed i fratelli, purtroppo tutti scomparsi.In questo caso, Rivaldo ha trovato prima il supporto di un'onlus italiana, poi del team di atletica Purosangue, quindi di DHL. Ma la differenza l'ha fatta sempre il suo impegno.
Adesso Rivaldo ha 36 anni, è sposato, ha 3 bambini ed accoglie nella sua casa anche i 3 bambini di uno dei suoi fratelli. L’allenamento costante e la sua tenacia lo hanno portato a partecipare alla Maratona di Roma, edizione 2013. E’ stato il primo mozambicano a partecipare ad una maratona.
Per lui è stata un’esperienza unica, incredibile: usciva per la prima volta da Chitima e il giorno della gara si è ritrovato – lui che non è un atleta professionista - a partire in prima linea, con i “top runners”. L’inesperienza, l’emozione, il fatto di non volersi staccare dai primi, gli hanno fatto dimenticare consigli e raccomandazioni. Durante il percorso non ha mai bevuto e, quindi, al 35° km, completamente disidratato, ha iniziato a barcollare. E’ stato soccorso dalla Croce Rossa ed ha finito così la sua gara, purtroppo senza tagliare il traguardo, senza medaglia.
Tornato in Mozambico, ha iniziato a coinvolgere i bambini ed i ragazzi dei villaggi, portandoli a correre con lui. Poi, con l’aiuto di Mattia Di Masi (suo primo “allenatore” ed amico, podista dell’Associazione Naturalmente Castelnuovo) ha costruito una pista di 200 metri nel suo villaggio, per accogliere anche i più piccoli. Il suo sogno, che si sta a poco a poco realizzando, è di costituire una scuola di atletica a Chitima, affinché tanti bambini e ragazzi possano avere, come lui, un’occasione.
Questo scatto l'ho fatto oggi, subito dopo la conferenza stampa. Domani seguirò Rivaldo lungo il percorso della maratona: è prevista pioggia (tanta) e sono un po' terrorizzato, perchè la Fuji X-E1 non è tropicalizzata. Mi sono attrezzato con delle coperture in plastica per la fotocamera, ma veramente c'è da incrociare le dita. Speriamo in bene! Mal che vada, dovrò comperare la X-T1 :)
Ciao
Giovanni B.
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