Quello che segue non è un post strettamente fotografico ma, avendo dedicato un po' di tempo con mia moglie a organizzare una settimana di
vacanza a Parigi, essendo partito non proprio entusiasta ed essendo tornato molto soddisfatto, ho pensato di condividere le mie esperienze ed impressioni a favore di chi, fortunato lui, sta ora organizzando la sua vacanza a Parigi. Città molto amata da grandi fotografi e che ha molto da offrire agli appassionati di fotografia.
Come arrivare?
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In volo da Roma a Parigi |
Avevo considerato anche il treno, ma il mezzo più economico per arrivare a Parigi è l'aereo. Con EasyJet si arriva all'aeroporto di Parigi-Orly e, da lì, prendendo la navetta Orlyval fino a Antony e poi la RER B (una sorta di trenino extra-urbano) si è a Notre Dame in una quarantina di minuti. Comodissimo.
Dove dormire?
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Uno dei tanti bei locali nel quartiere di Le Marais |
Abbiamo affittato casa a Le Marais, un quartiere vivace, ricco di locali, di negozi e di gallerie d'arte (e la fotografia è tenuta in grande considerazione). A piedi si è a Notre Dame in una decina di minuti, in 20 minuti al museo del Louvre, qualche minuto in più e si sbuca al museo D'Orsay... Centralissimo e piacevole.
Dove mangiare?
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Al bistrot, in attesa della cena |
A pranzo abbiamo optato per baguette e frutta, così si può sfruttare la coda per entrare al museo per un rapido spuntino, e alla sera bistrot. Tra quelli provati, siamo tornati più volte al
Le Rendez-Vous des Amis (10, rue Sante-Croix de la Bretonnerie) per la sua atmosfera piacevole, l'affabilità del proprietario, la cordialità degli avventori abituali e il menù piuttosto vario: tra carne, insalatone, omelette e selezioni di formaggi in una settimana si riesce sempre a variare. Consigliato vivamente.
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I biscotti, da provare, di La Cure Gourmande |
Nel corso della giornata, vale la pena fare - ogni tanto - una sosta in una delle tante pasticcerie: spesso l'offerta è a livello delle bellissime esposizioni. Noi siamo entrati per caso in uno dei negozi de
La Cure Gourmande (55, rue St. Louis en l'Ile) e, assaggiati i loro biscotti, siamo tornati a fare scorte. Una tentazione cui è bello cedere.
Cosa vedere?
La lista delle cose da vedere a Parigi è lunga; la riduco molto cinicamente.
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Museo del Louvre, affollato come un centro commerciale |
Il
museo del Louvre è più o meno il centro commerciale dell'arte e della storia. Sotto questo punto di vista, è un'occasione fotografica imperdibile (ho visto qualche indicazione "no foto", ma fotografano veramente tutti"). Utili le ottiche poco ingombranti e molto luminose.
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Una delle tante "scenografie" del Museo d'Orsay |
Il
museo d'Orsay offre scenari molto fotografici e tele imperdibili. Utili le ottiche poco ingombranti e molto luminose.
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La Torre Eiffel e le sue 10.000 tonnellate di metallo |
La
Torre Eiffel me l'avevano descritta come "niente più che un traliccio dell'Enel", ma è ben altro: va vista e vale la pena salire, anche "solo" al secondo piano. Per fotografare dalla Torre Eiffel qualsiasi ottica va bene (io ho utilizzato il Fujinon XF 18-55mm, un 27-80mm equivalente); per fotografare la Torre Eiffel un grandangolo (anche moderato) può essere molto comodo, considerato il poco spazio a disposizione.
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Il panorama di Parigi che si può ammirare dalla cupola della Basilica del Sacro Cuore |
La
Basilica del Sacro Cuore, a Montmartre, offre, dalla propria cupola, un bellissimo panorama di Parigi, con l'inconfondibile silhouette della Torre Eiffel. Avevo a disposizione solo il versatilissimo Fuji XF 18-55mm, oltre al 35mm; con il senno di poi, se potessi tornare a Montmarte per fotografare mi porterei però anche una focale un po' lunga (almeno un 200mm equivalente).
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Le splendide vetrate gotiche della Sainte-Chapelle |
La
Sainte-Chapelle, nel cuore di Parigi, ha vetrate mozzafiato. Inevitabile ricorrere all'HDR.
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L'Arc de Triomphe fotografato dagli Champs-Elysées |
I famosi
Champs-Élysées non mi hanno emozionato particolarmente, ma passarci è d'obbligo se non altro per fotografare l'
Arco di Trionfo affogato nel traffico cittadino. Anche in questo caso una focale lunga può aiutare a "portare a casa" lo scatto.
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I palazzi che circondano Place des Vosges, e la splendida luce serale di Parigi |
Discorso diverso per
Place des Vosges, la cui eleganza può strappare più di una foto. E passeggiare sotto gli archi dei palazzi che la chiudono sui quattro lati, guardando distrattamente le moltissime gallerie d'arte, fa molto vacanza.
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Il lungosènna fotografato dal Bateau-mouche |
I
parchi e giardini pubblici (ad esempio i Giardini delle Tuileries vicino al Louvre o i Jardin du Luxembourg nel Quartiere Latino) sono belli da vedere, offrono un piacevole momento di ristoro nel corso della giornata e offrono all'appassionato innumerevoli occasioni fotografiche. Meritano assolutamente di essere inclusi in un itinerario fotografico. Per lo stesso motivo, è obbligatorio prevedere una passeggiata fotografica sulle
rive ("quais") della Senna.
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Scritte sui muri e lavori di street art nel quartiere di Le Marais |
A mio parere, infine, vale la pena perdersi, macchina fotografica in mano, tra le vie di
Le Marais e di
Montmartre a "caccia" delle molte opere di street-art che fioriscono, ogni nuovo giorno, sui muri delle loro case.
Quando fotografare?
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Le fontane nella piazza prospiciente il municipio di Parigi |
Come sempre, le ore migliori per fotografare sono quelle attorno all'alba (così mi dicono, credo non riuscirò mai a verificarlo di persona) e quelle attorno al tramonto, che a Parigi (piuttosto a nord rispetto alle città italiane) arriva molto tardi. In queste ore il sole crea delle belle lame di luce all'interno delle strade, che creano dei violenti contrasti tra luce e ombra permettono di divertirsi con i controluce.
Quanta attrezzatura portarsi dietro?
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Alle spalle di Notre Dame, il Pont de l'Archevêché con tutti i suoi lucchetti |
Elemento molto soggettivo; io amo camminare e, più leggero sono, meglio sto (altra considerazione da fare è che, in alcune occasioni, ci si trova in spazi molto affollati, e meno "roba" ci si porta addosso, meglio è). Per questo viaggio mi sono portato uno zoom tuttofare (il Fujinon XF 18-55mm), un'ottica fissa e luminosa (il Fujinon XF 35mm f/1.4) e un set di filtri neutri (per poter aprire il diaframma anche durante il giorno), oltre ovviamente alla Fuji X-E1. Come detto, con il senno di poi in alcune occasioni avrei gradito un tele un po' più spinto, ma sono sopravvissuto.
Questo è stato il mio primo viaggio con una mirrorless: macchina al collo, seconda ottica e filtri nel marsupio, a fine giornata - dopo aver macinato diversi chilometri a piedi - la leggerezza di questi sistemi non ha prezzo.
Ciao
Giovanni B.
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