Eolo Perfido è un ritrattista, e su questo aspetto il suo sito non lascia alcun dubbio: le emozioni umane dominano indisturbate e perdersi tra gli sguardi, i volumi e le ombre che scorrono sullo schermo è facile. Date un'occhiata per giudicare.
Girovagando sul suo sito ho scoperto un'altro aspetto, piuttosto singolare se non unico: ha lavorato con Steve McCurry, Elliott Erwitt, Eugene Richards e James Nachtwey. Mi sembra impossibile, ma sembra proprio che sia vero.
Così, quando per una fortunata serie di eventi siamo entrati in contatto, ne ho approfittato per chiedergli la disponibilità a rispondere a qualche domanda. La curiosità di sapere "com'è" lavorare con questi fotografi è tanta.
Ciao Eolo, anzitutto, ti ringrazio per la tua disponibilità. Mi sono incuriosito leggendo sul tuo sito che hai avuto l'opportunità di lavorare con fotografi quali Steve McCurry, Elliott Erwitt, Eugene Richards e James Nachtwey. Per me questi nomi appartengono alla mitologia e, quindi, la prima domanda è questa: com'è lavorare con fotografi di questo livello? cosa trasmettono, professionalmente e umanamente?
Eolo Perfido: Ho avuto la fortuna di lavorare con questi fotografi perchè sono rappresentati in Italia dalla stessa agenzia fotografica che mi rappresenta: Sudest57 di Biba Giacchetti e Giuseppe Ceroni. Quando nel 2007 sono entrato come fotografo nella loro agenzia ho subito cercato il modo di poter collaborare per quelli che sono stati fotografi sui cui libri ho passato moltissime ore. Puoi immaginare l'emozione ed un po di timore quando li ho conosciuti per la prima volta.
La prima vera occasione di collaborazione è arrivata quando Steve McCurry stava cercando un assistente con esperienza di fotografia in studio e capacità di post produzione per un progetto di fotografia commerciale. Da quel momento e per i quasi 7 anni successivi, quando gli impegni del mio studio fotografico me lo hanno permesso, ho seguito Steve in moltissimi assignment internazionali accompagnandolo per tutti i continenti. Ho potuto così vederlo lavorare per progetti ed in contesti molto differenti. Tra questi servizi fotografici per il National Geographic o progetti internazionali come il Calendario Lavazza o il Calendario Pirelli. E' stata una palestra importantissima quanto faticosa.
Con Erwitt ho lavorato alla sua immagine per il Calendario Lavazza mentre ho seguito Richards e Nachtwey in diversi assignment di tipo corporate in Europa e nel Sudest Asiatico.
Le collaborazioni continuano da molti anni ormai. Spesso curo molti aspetti dei loro shooting come la preproduzione ed organizzo tutti i dettagli tecnici.
Per tutti questi fotografi curo anche la post produzione digitale di molti dei loro lavori. Dalla color correction realizzata in Adobe Photoshop al bianco e nero digitale, che normalmente curo con Nik Silver Efex pro.
Parlando invece degli uomini dietro la fotocamera, sono fotografi molto diversi tra di loro.
Elliott è molto divertente e perennemente pronto al gioco. Poi quando deve scattare si ammutolisce, fa un paio di scatti quasi distrattamente e poi ti guarda come un bimbo che ha fatto qualcosa che non doveva fare. Quando torni a casa guardi cosa ha scattato e non credi ai tuoi occhi: quei pochi scatti fatti distrattamente sono praticamente perfetti.
James Natchtwey è una persona molto calma ed elegante. Sempre serio ma gentile. Un perfezionista della stampa. Fare post produzione per lui mi ha provato moltissimo, ma mi ha anche insegnato cosa vuol dire curare veramente il bianco e nero. Pensa che alcune delle sue immagini raw una volta convertite con Silver Efex Pro avevano più di 100 U point (zone di correzione).
Richards è un poeta. Si legge nei suoi occhi una tristezza ed una compassione per il genere umano che poi è possibile riscoprire in tutte le sue fotografie. Un grande ascoltatore silenzioso, di quelli che avrebbero da raccontare per giorni, ma che sono ancora curiosi delle storie degli altri.
Steve è uno stacanovista della fotografia. Un forza della natura. Instancabile. Perfezionista. Capace di misurarsi con le produzioni più complesse o con la fotografia più semplice ed immediata con la stessa concentrazione ed attenzione al dettaglio. Con lui ho capito cosa vuol dire il concetto di forza di volontà. E poi è un genio del colore. Vederlo scattare e poi poter fare editing con lui è stato davvero molto importante per la mia formazione sul colore.
In comune hanno tutti una cosa: un'attenzione quasi maniacale verso il loro lavoro e la ricerca della qualità in ogni progetto anche il meno importante. Queste sono le doti che probabilmente li hanno portati fino a dove sono ora.
McCurry, Erwitt, Richards, Nachtwey (sì, ancora loro) sono quattro fotografi con una personalità dirompente, per lo meno per quanto riguarda la fotografia. Anche se ci limitiamo ai primi due, hanno creato immagini che sono già icone, conosciute anche da chi non è un appassionato di fotografia. L'opportunità di lavorare con loro ha influenzato, o condizionato, il tuo modo di vedere e il tuo modo di fotografare?
E.P.: Mi ha fatto capire che se voglio ottenere qualcosa devo dare molto di più di quanto pensassi potessi dare a questo mestiere. Che in parte devi sacrificare altri aspetti della tua vita. Che non si ottiene nulla senza il durissimo lavoro. Sono uomini che hanno visto il mondo e lo hanno raccontanto agli altri, sacrificando però gran parte della loro vita. Probabilmente non avevano molte alternative e stanno ancora vivendo seguendo la loro natura. ì
Passiamo, ora, a te. Guardando i ritratti sul tuo sito ne ricavo una sensazione molto forte(*); mi incuriosisce, quindi, capire cosa c'è alla base del tuo lavoro (interesse per la persona ritratta? pura estetica? interesse per l'essere umano in quanto genere?)
E.P.: Sono un ritrattista che si muove in contesti molto diversi tra loro: dagli studi fotografici alla strada. Sono molto interessato alle persone. A secondo del tipo di progetto che affronto l'essere umano diventa compagno di viaggio, mezzo o destinazione.
Rimane comunque centrale il rapporto con le persone. La fotografia mi ha cambiato ed ha cambiato il modo in cui percepisco le persone intorno a me, e probabilmente anche come vengo percepito dagli altri. Penso mi abbia migliorato la vita. Almeno per il momento.
L'estetica in tutte le sue forme è parte integrante del lavoro di un fotografo come lo sono tutte le forme percepite di bellezza.
Quando mi è possibile cerco un approccio non banale alla rappresentazione dell'essere umano. Anche quando realizzo le mie immagini più creative e costruite, come ad esempio la serie fotografica Clownville, non mi dimentico mai che davanti all'obiettivo ho una persona. L'altro, il soggetto fotografato non lo sento come un limite, ma come un'opportunità.
Dopotutto, a differenza di quanto possa pensare qualche collega con manie di controllo, i ritratti si fanno sempre in due.
Torniamo ai tuoi maestri e, più in generale, alla formazione. Generalmente, la fotografia è vista come un'arte che si "impara facendo". Tu, invece, da anni punti sulla formazione dei fotografi (Eolo Perfido insegna all'Istituto Europeo di Design, alla Scuola Romana di Fotografia e collabora con Leica Akademie). E' un'opportunità solo per chi intende vivere di fotografia, o ne può trarre dei benefici anche il semplice fotoamatore come me? E cosa mi può dare "in più" la partecipazione ad un corso rispetto all'esperienza sul campo?
E.P.: La fotografia è una disciplina molto ampia con diversi livelli di specializzazione. Molti fotografi riescono ad eccellere in alcune delle sue aree senza aver mai frequentato un corso o fatto un workshop. E sono convinto che formarsi da soli sia fondamentale.
Non siamo però tutti uguali ed alcune persone hanno bisogno di un aiuto per essere indirizzati nella giusta direzione. Non è infatti facile formarsi da soli e a volte la passione potrebbe non bastare.
Un corso non può quindi sostituire l'esperienza sul campo, ma può essere un ottimo investimento per apprendere un metodo di lavoro o anche solo a focalizzarsi meglio su una strategia di apprendimento.
Molte persone non mancano di volontà ma del giusto metodo. Vedere un docente parlare del proprio lavoro, assimilare un modo diverso di approcciare ai problemi della fotografia può aprire ad un universo di possibilità non percepite precedentemente.
E poi si impara anche qualcosa di pratico che non fa mai male.
Ovviamente bisogna stare attenti alla sindrome dello "studente perpetuo". Prima o poi dobbiamo staccarci dall'approccio più accademico alla fotografia e dotarci della giusta determinazione per fare da soli.
Oltre a fotografare, organizzi anche workshop. Sempre pensando a chi fotografa per passione, e non per lavoro, cosa può offrire un workshop? Cosa mi puoi insegnare che non possa apprendere, ad esempio, leggendo un sito o guardando un video su youtube? Ce ne sono tantissimi, alcuni dei quali fatti molto bene.
E.P.: Molte delle persone che frequentano i nostri workshop sono professionisti in altri settori, che fotografano per passione o per cercare nuove prospettive, ma che non sempre hanno il tempo e le energie per formarsi da soli. Il workshop diventa un'opportunità di sintesi per la propria formazione. Da non sottovalutare poi il fatto che si conoscono altri partecipanti con attitudini ed interessi simili. Ho visto delle bellissime collaborazioni nascere da persone che hanno partecipato ai nostri corsi di fotografia.
Rimango comunque dell'idea che se si ha tempo e la giusta determinazione, si può crescere come fotografo anche lavorando da soli e confrontandosi di tanto in tanto quando serve. Ovviamente duro lavoro e forte determinazione sono però necessari anche ai più portati.
OK, diciamo che per il mio prossimo compleanno, o per Natale, mi faccio regalare la partecipazione ad un workshop. Come si svolge una vostra giornata tipo? E quale preparazione e conoscenze sono necessarie?
E.P.: Normalmente i nostri workshops durano due giorni. La nostra offerta prevede al momento tre tipologie di workshops: Ritratto e Post Produzione, Ritratto di Viaggio e Street Photography in collaborazione con la prestigiosa Leica Akademie.
Dopo una veloce registrazione dei partecipanti introduco velocemente il corso e spiego nel dettaglio cosa andremo a fare nei due giorni successivi. La prima parte di ogni corso è normalmente teorica e non supera mai le tre ore.
Dopodichè affrontiamo subito il cuore dei nostri workshops che è composto da molta, moltissima pratica. Ogni giornata termina con un'analisi e valutazione di quanto fatto durante il giorno. La sera tra le due giornate di solito si cena tutti insieme ed è un'occasione per parlare di fotografia (e molto altro) in modo più informale.
Il secondo giorno inizia subito con un'altra sessione pratica che durerà tutto il giorno e che finirà con un'analisi del lavoro svolto. A secondo del tipo di workshops le sessioni pratiche possono essere di scatto in studio con modelli professionisti, di fotografia da strada o di viaggio nei luoghi più centrali delle città dove svolgiamo i workshops a lunghe sessioni di post produzione dove faccio vedere tecniche di ritocco per poi seguire gli studenti uno ad uno.
Ogni sessione di post produzione mi vede affiancato da un assistente digitale che può aiutare quegli studenti che, avendo meno esperienza, rimangono indietro durante lo svolgimento degli esercizi.
Da poco abbiamo iniziato ad offrire con un ottimo successo anche dei workshops One on One che prevedono una formazione personalizzata e su misura. Sono workshops che hanno un costo variabile che preventiviamo di volta in volta a secondo delle esigenze di chi vuole crescere in determinate aree della fotografia e della post produzione.
Eolo, ho concluso; qrazie per aver sopportato e risposto alle mie domande. Spero che abbiano trasmesso, in chi legge, un po' della mia curiosità per il tuo lavoro.
Girovagando sul suo sito ho scoperto un'altro aspetto, piuttosto singolare se non unico: ha lavorato con Steve McCurry, Elliott Erwitt, Eugene Richards e James Nachtwey. Mi sembra impossibile, ma sembra proprio che sia vero.
Così, quando per una fortunata serie di eventi siamo entrati in contatto, ne ho approfittato per chiedergli la disponibilità a rispondere a qualche domanda. La curiosità di sapere "com'è" lavorare con questi fotografi è tanta.
Eolo Perfido and Elliott Erwitt @ Central Park, NY |
Ciao Eolo, anzitutto, ti ringrazio per la tua disponibilità. Mi sono incuriosito leggendo sul tuo sito che hai avuto l'opportunità di lavorare con fotografi quali Steve McCurry, Elliott Erwitt, Eugene Richards e James Nachtwey. Per me questi nomi appartengono alla mitologia e, quindi, la prima domanda è questa: com'è lavorare con fotografi di questo livello? cosa trasmettono, professionalmente e umanamente?
Eolo Perfido: Ho avuto la fortuna di lavorare con questi fotografi perchè sono rappresentati in Italia dalla stessa agenzia fotografica che mi rappresenta: Sudest57 di Biba Giacchetti e Giuseppe Ceroni. Quando nel 2007 sono entrato come fotografo nella loro agenzia ho subito cercato il modo di poter collaborare per quelli che sono stati fotografi sui cui libri ho passato moltissime ore. Puoi immaginare l'emozione ed un po di timore quando li ho conosciuti per la prima volta.
La prima vera occasione di collaborazione è arrivata quando Steve McCurry stava cercando un assistente con esperienza di fotografia in studio e capacità di post produzione per un progetto di fotografia commerciale. Da quel momento e per i quasi 7 anni successivi, quando gli impegni del mio studio fotografico me lo hanno permesso, ho seguito Steve in moltissimi assignment internazionali accompagnandolo per tutti i continenti. Ho potuto così vederlo lavorare per progetti ed in contesti molto differenti. Tra questi servizi fotografici per il National Geographic o progetti internazionali come il Calendario Lavazza o il Calendario Pirelli. E' stata una palestra importantissima quanto faticosa.
Con Erwitt ho lavorato alla sua immagine per il Calendario Lavazza mentre ho seguito Richards e Nachtwey in diversi assignment di tipo corporate in Europa e nel Sudest Asiatico.
Le collaborazioni continuano da molti anni ormai. Spesso curo molti aspetti dei loro shooting come la preproduzione ed organizzo tutti i dettagli tecnici.
Per tutti questi fotografi curo anche la post produzione digitale di molti dei loro lavori. Dalla color correction realizzata in Adobe Photoshop al bianco e nero digitale, che normalmente curo con Nik Silver Efex pro.
Parlando invece degli uomini dietro la fotocamera, sono fotografi molto diversi tra di loro.
Elliott è molto divertente e perennemente pronto al gioco. Poi quando deve scattare si ammutolisce, fa un paio di scatti quasi distrattamente e poi ti guarda come un bimbo che ha fatto qualcosa che non doveva fare. Quando torni a casa guardi cosa ha scattato e non credi ai tuoi occhi: quei pochi scatti fatti distrattamente sono praticamente perfetti.
James Natchtwey è una persona molto calma ed elegante. Sempre serio ma gentile. Un perfezionista della stampa. Fare post produzione per lui mi ha provato moltissimo, ma mi ha anche insegnato cosa vuol dire curare veramente il bianco e nero. Pensa che alcune delle sue immagini raw una volta convertite con Silver Efex Pro avevano più di 100 U point (zone di correzione).
Richards è un poeta. Si legge nei suoi occhi una tristezza ed una compassione per il genere umano che poi è possibile riscoprire in tutte le sue fotografie. Un grande ascoltatore silenzioso, di quelli che avrebbero da raccontare per giorni, ma che sono ancora curiosi delle storie degli altri.
Steve è uno stacanovista della fotografia. Un forza della natura. Instancabile. Perfezionista. Capace di misurarsi con le produzioni più complesse o con la fotografia più semplice ed immediata con la stessa concentrazione ed attenzione al dettaglio. Con lui ho capito cosa vuol dire il concetto di forza di volontà. E poi è un genio del colore. Vederlo scattare e poi poter fare editing con lui è stato davvero molto importante per la mia formazione sul colore.
In comune hanno tutti una cosa: un'attenzione quasi maniacale verso il loro lavoro e la ricerca della qualità in ogni progetto anche il meno importante. Queste sono le doti che probabilmente li hanno portati fino a dove sono ora.
Steve McCurry - Portrait by Eolo Perfido |
McCurry, Erwitt, Richards, Nachtwey (sì, ancora loro) sono quattro fotografi con una personalità dirompente, per lo meno per quanto riguarda la fotografia. Anche se ci limitiamo ai primi due, hanno creato immagini che sono già icone, conosciute anche da chi non è un appassionato di fotografia. L'opportunità di lavorare con loro ha influenzato, o condizionato, il tuo modo di vedere e il tuo modo di fotografare?
E.P.: Mi ha fatto capire che se voglio ottenere qualcosa devo dare molto di più di quanto pensassi potessi dare a questo mestiere. Che in parte devi sacrificare altri aspetti della tua vita. Che non si ottiene nulla senza il durissimo lavoro. Sono uomini che hanno visto il mondo e lo hanno raccontanto agli altri, sacrificando però gran parte della loro vita. Probabilmente non avevano molte alternative e stanno ancora vivendo seguendo la loro natura. ì
Ages - Street Photography by Eolo Perfido |
Passiamo, ora, a te. Guardando i ritratti sul tuo sito ne ricavo una sensazione molto forte(*); mi incuriosisce, quindi, capire cosa c'è alla base del tuo lavoro (interesse per la persona ritratta? pura estetica? interesse per l'essere umano in quanto genere?)
E.P.: Sono un ritrattista che si muove in contesti molto diversi tra loro: dagli studi fotografici alla strada. Sono molto interessato alle persone. A secondo del tipo di progetto che affronto l'essere umano diventa compagno di viaggio, mezzo o destinazione.
Rimane comunque centrale il rapporto con le persone. La fotografia mi ha cambiato ed ha cambiato il modo in cui percepisco le persone intorno a me, e probabilmente anche come vengo percepito dagli altri. Penso mi abbia migliorato la vita. Almeno per il momento.
L'estetica in tutte le sue forme è parte integrante del lavoro di un fotografo come lo sono tutte le forme percepite di bellezza.
Quando mi è possibile cerco un approccio non banale alla rappresentazione dell'essere umano. Anche quando realizzo le mie immagini più creative e costruite, come ad esempio la serie fotografica Clownville, non mi dimentico mai che davanti all'obiettivo ho una persona. L'altro, il soggetto fotografato non lo sento come un limite, ma come un'opportunità.
Dopotutto, a differenza di quanto possa pensare qualche collega con manie di controllo, i ritratti si fanno sempre in due.
Mein Klown - Clownville Series by Eolo Perfido |
Torniamo ai tuoi maestri e, più in generale, alla formazione. Generalmente, la fotografia è vista come un'arte che si "impara facendo". Tu, invece, da anni punti sulla formazione dei fotografi (Eolo Perfido insegna all'Istituto Europeo di Design, alla Scuola Romana di Fotografia e collabora con Leica Akademie). E' un'opportunità solo per chi intende vivere di fotografia, o ne può trarre dei benefici anche il semplice fotoamatore come me? E cosa mi può dare "in più" la partecipazione ad un corso rispetto all'esperienza sul campo?
E.P.: La fotografia è una disciplina molto ampia con diversi livelli di specializzazione. Molti fotografi riescono ad eccellere in alcune delle sue aree senza aver mai frequentato un corso o fatto un workshop. E sono convinto che formarsi da soli sia fondamentale.
Non siamo però tutti uguali ed alcune persone hanno bisogno di un aiuto per essere indirizzati nella giusta direzione. Non è infatti facile formarsi da soli e a volte la passione potrebbe non bastare.
Un corso non può quindi sostituire l'esperienza sul campo, ma può essere un ottimo investimento per apprendere un metodo di lavoro o anche solo a focalizzarsi meglio su una strategia di apprendimento.
Molte persone non mancano di volontà ma del giusto metodo. Vedere un docente parlare del proprio lavoro, assimilare un modo diverso di approcciare ai problemi della fotografia può aprire ad un universo di possibilità non percepite precedentemente.
E poi si impara anche qualcosa di pratico che non fa mai male.
Ovviamente bisogna stare attenti alla sindrome dello "studente perpetuo". Prima o poi dobbiamo staccarci dall'approccio più accademico alla fotografia e dotarci della giusta determinazione per fare da soli.
Viktor, by Eolo Perfido |
Oltre a fotografare, organizzi anche workshop. Sempre pensando a chi fotografa per passione, e non per lavoro, cosa può offrire un workshop? Cosa mi puoi insegnare che non possa apprendere, ad esempio, leggendo un sito o guardando un video su youtube? Ce ne sono tantissimi, alcuni dei quali fatti molto bene.
E.P.: Molte delle persone che frequentano i nostri workshop sono professionisti in altri settori, che fotografano per passione o per cercare nuove prospettive, ma che non sempre hanno il tempo e le energie per formarsi da soli. Il workshop diventa un'opportunità di sintesi per la propria formazione. Da non sottovalutare poi il fatto che si conoscono altri partecipanti con attitudini ed interessi simili. Ho visto delle bellissime collaborazioni nascere da persone che hanno partecipato ai nostri corsi di fotografia.
Rimango comunque dell'idea che se si ha tempo e la giusta determinazione, si può crescere come fotografo anche lavorando da soli e confrontandosi di tanto in tanto quando serve. Ovviamente duro lavoro e forte determinazione sono però necessari anche ai più portati.
Addis Abeba - Street Photography by Eolo Perfido |
OK, diciamo che per il mio prossimo compleanno, o per Natale, mi faccio regalare la partecipazione ad un workshop. Come si svolge una vostra giornata tipo? E quale preparazione e conoscenze sono necessarie?
E.P.: Normalmente i nostri workshops durano due giorni. La nostra offerta prevede al momento tre tipologie di workshops: Ritratto e Post Produzione, Ritratto di Viaggio e Street Photography in collaborazione con la prestigiosa Leica Akademie.
Dopo una veloce registrazione dei partecipanti introduco velocemente il corso e spiego nel dettaglio cosa andremo a fare nei due giorni successivi. La prima parte di ogni corso è normalmente teorica e non supera mai le tre ore.
Dopodichè affrontiamo subito il cuore dei nostri workshops che è composto da molta, moltissima pratica. Ogni giornata termina con un'analisi e valutazione di quanto fatto durante il giorno. La sera tra le due giornate di solito si cena tutti insieme ed è un'occasione per parlare di fotografia (e molto altro) in modo più informale.
Il secondo giorno inizia subito con un'altra sessione pratica che durerà tutto il giorno e che finirà con un'analisi del lavoro svolto. A secondo del tipo di workshops le sessioni pratiche possono essere di scatto in studio con modelli professionisti, di fotografia da strada o di viaggio nei luoghi più centrali delle città dove svolgiamo i workshops a lunghe sessioni di post produzione dove faccio vedere tecniche di ritocco per poi seguire gli studenti uno ad uno.
Ogni sessione di post produzione mi vede affiancato da un assistente digitale che può aiutare quegli studenti che, avendo meno esperienza, rimangono indietro durante lo svolgimento degli esercizi.
Da poco abbiamo iniziato ad offrire con un ottimo successo anche dei workshops One on One che prevedono una formazione personalizzata e su misura. Sono workshops che hanno un costo variabile che preventiviamo di volta in volta a secondo delle esigenze di chi vuole crescere in determinate aree della fotografia e della post produzione.
Eolo, ho concluso; qrazie per aver sopportato e risposto alle mie domande. Spero che abbiano trasmesso, in chi legge, un po' della mia curiosità per il tuo lavoro.
Chi lo desidera può, comunque, trovare numerosi spunti sul sito "istituzionale" (www.eoloperfido.com) o su quello dedicato alla Street Photography (www.walkingphotographer.net).
Chi sta pensando, invece, all'opportunità di partecipare ad un workshop può, invece, trovare tutte le informazioni qui: www.eoloperfidoworkshops.com.
Ciao
Giovanni B.
(*) PS: Ho iniziato a guardare le foto di Eolo Perfido, sul suo sito web, ben prima di avere l'occasione di un contatto con lui. Al di là della varietà di stili, e del caleidoscopio di atmosfere, resto veramente ipnotizzato da alcuni suoi ritratti: non mi piacciono solo ad un livello estetico, ma molto più perchè mi turbano, mi indagano senza che io riesca a dare una risposta. L'impressione che ne ricavo (magari completamente sbagliata) è che Eolo Perfido sia affascinato dall'essere umano; non che gli piaccia, necessariamente, ma che gli piaccia studiarlo e osservarlo.
Per questo, almeno per me, guardare questi ritratti è un'esperienza emozionante.
Tutte le fotografie sono di proprietà di Eolo Perfido, e usate per sua gentile concessione.
Chi sta pensando, invece, all'opportunità di partecipare ad un workshop può, invece, trovare tutte le informazioni qui: www.eoloperfidoworkshops.com.
Ciao
Giovanni B.
Kenya, a boy - Street Photography by Eolo Perfido |
(*) PS: Ho iniziato a guardare le foto di Eolo Perfido, sul suo sito web, ben prima di avere l'occasione di un contatto con lui. Al di là della varietà di stili, e del caleidoscopio di atmosfere, resto veramente ipnotizzato da alcuni suoi ritratti: non mi piacciono solo ad un livello estetico, ma molto più perchè mi turbano, mi indagano senza che io riesca a dare una risposta. L'impressione che ne ricavo (magari completamente sbagliata) è che Eolo Perfido sia affascinato dall'essere umano; non che gli piaccia, necessariamente, ma che gli piaccia studiarlo e osservarlo.
Per questo, almeno per me, guardare questi ritratti è un'esperienza emozionante.
Tutte le fotografie sono di proprietà di Eolo Perfido, e usate per sua gentile concessione.
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