Ultimamente, sempre più spesso, mi capita di imbattermi in foto scattate tanti, tanti anni fa.
E mi sorprende scoprire che sono più interessanti di quelle attuali.
Come se il tempo fosse passato invano.
E mi domando se ho smesso di imparare.
La risposta e no, non ho smesso di imparare: ho smesso di osare.
E' la tranquillità di chi sa che "va bene così".
Che la foto buona ogni tanto ci scappa.
Buona, appunto, ma raramente interessante.
E', anche se non lo riconosco, il timore di sbagliare
Mi sono appuntato due frasi in questa settimana.
La prima è di Edwin Catmull, uno dei fondatori della Pixar:
Eppure, sono solo un appassionato, non devo rendere conto a nessuno dei miei scatti; potrei provare qualsiasi cosa, chi se ne importa dei risultati?
Invece sono qui a fare il compitino: non bruciare le luci, non chiudere le ombre, metti a fuoco il soggetto, componi l'immagine.
Che strano!, dico sempre che la lezione più forte l'ho avuta dalle fotografie realizzare a Scanno da Giacomelli: ombre nere e luci bruciate, ma cos'altro potrebbe essere un paesino del sud a mezzogiorno d'estate?
Ma è una lezione che non ho assimilato.
Che non ho, evidentemente, imparato.
E chiudo con questa frase, attribuita a Bill Brandt:
Buon fine settimana
gio.bi
E mi sorprende scoprire che sono più interessanti di quelle attuali.
Come se il tempo fosse passato invano.
E mi domando se ho smesso di imparare.
Street photography con Holga. 2006 |
La risposta e no, non ho smesso di imparare: ho smesso di osare.
E' la tranquillità di chi sa che "va bene così".
Che la foto buona ogni tanto ci scappa.
Buona, appunto, ma raramente interessante.
E', anche se non lo riconosco, il timore di sbagliare
Esposizione multipla con Holga. 2006 |
Mi sono appuntato due frasi in questa settimana.
La prima è di Edwin Catmull, uno dei fondatori della Pixar:
Se non ti stai scontrando con il fallimento, è perchè stai facendo un errore ben peggiore: ti stai facendo guidare dal desiderio di evitarlo. ... Molte persone dicono che gli errori sono un male necessario. Gli errori non sono un male necessario. Non sono un male. Sono la conseguenza inevitabile del provare nuove strade (e, quindi, dovrebbero essere apprezzati: senza di loro, non avremmo nulla di originale)La seconda è di Erik kim, tratta da una riflessione sulla necessità di continuare a rinnovarsi:
In terzo luogo, innovare significa assumersi dei rischi, ed avere il coraggio di fallire. Ogni volta che proviamo qualcosa di nuovo, siamo i primi a farlo e, quindi, le probabilità di un fallimento sono alte. Tuttavia, più sbagliamo, più è probabile che avremo successo. Se non ci assumiamo dei rischi, non faremo mai nulla di veramente innovativo con la nostra arte, la fotografia, o la nostra vitaE' evidente: se non ho l'entusiasmo di percorrere strade nuove, non posso pensare di creare qualcosa di nuovo.
Eppure, sono solo un appassionato, non devo rendere conto a nessuno dei miei scatti; potrei provare qualsiasi cosa, chi se ne importa dei risultati?
Holga, doppia esposizione. 2006 |
Invece sono qui a fare il compitino: non bruciare le luci, non chiudere le ombre, metti a fuoco il soggetto, componi l'immagine.
Che strano!, dico sempre che la lezione più forte l'ho avuta dalle fotografie realizzare a Scanno da Giacomelli: ombre nere e luci bruciate, ma cos'altro potrebbe essere un paesino del sud a mezzogiorno d'estate?
Street photography con la Holga. 2006 |
Che non ho, evidentemente, imparato.
E chiudo con questa frase, attribuita a Bill Brandt:
La fotografia non è uno sport.
Non ha regole.
Tutto deve essere osato e provato.
Buon fine settimana
gio.bi
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