30 anni di icone nelle foto di Michel Haddi

Le fotografie di Michel Haddi (Parigi, 6.12.1956), celebre fotografo di moda francese, si dipanano lungo un percorso storico caratterizzato da profondi cambiamenti storici e culturali (la caduta del Muro di Berlino vissuta da Haddi assieme ai Red Hot Chili Peppers, gli anni ’90 con l'icona di Kate Moss e il nuovo Millennio) e dal passaggio dall’analogico al digitale, con le infinite possibilità che questo ha aperto nell’ambito della fotografia di moda e costume.

Isabella Rossellini, Fotografia di Michel Haddi
Isabella Rossellini, New York, 1993 © Michel Haddi - «Le tirammo indietro i capelli per farla sembrare come sua madre, Ingrid Bergman, quando recitò in Giovanna D’Arco. Feci tre ritratti e l’idea era quella di rappresentare le tre sagge scimmie: non vedo, non sento e non parlo. Rimase molto perplessa dagli scatti, ma anni dopo me ne chiese qualche copia.»

Molti sono stati i momenti significativi nella carriera di Michel Haddi ma sicuramente le copertine di Vogue, che aveva avuto modo di sfogliare durante la sua infanzia, hanno lasciato un segno indelebile e fatto emergere quel sogno - che sarebbe poi diventato realtà - di diventare fotografo di moda. Il colpo di fulmine scatta quando inciampa in una cover di Vogue realizzata da Helmut Newton.
Inizialmente avrei voluto fare il regista o il giornalista. Ma all'improvviso, quando avevo 18 o 19 anni, ho avuto un’illuminazione. In un’edicola ho visto una copertina di Vogue realizzata da Helmut Newton e mi sono detto: ‘È fantastico. È quello che voglio fare.
Nel 1981 arriva finalmente il contratto che aspettava da tempo: gli viene commissionato un servizio di dieci pagine per Vogue Hommes che aprirà la strada ad una lunga e proficua collaborazione con il magazine e lo farà approdare anche in Italia, dove incontrerà Franca Sozzani, all’epoca direttrice di Lei e Per Lui, che chiamerà senza esitazione nel suo team.

Angelina Jolie, fotografia di Michel Haddi
Angelina Jolie, Malibu, 1994 © Michel Haddi - «Ho fotografato Angelina Jolie a Malibu per Vogue Hommes Paris a casa di Rita Hayworth, comprata dal mio buon amico Stash de Rola, il figlio di Balthus, il pittore. Sullo sfondo si vede Chris Rock, il figlio di Jim Morrison, Mekhi Phifer e, dietro Angelina, Adrien Brody. Erano tutti nuovi attori e attrici e Godfrey Deney, il direttore di Vogue Hommes all’epoca, si prese il rischio di mettere assieme tutti questi ragazzi in un servizio di 12 pagine.»

Tupac Shakur, fotografia di Michel Haddi
Tupac Shakur, Los Angeles, 1995 © Michel Haddi - «Si presentò in studio fumando erba come non si può nemmeno immaginare; era fatto ovviamente. Quando lo vidi ebbi una visione. Gli feci indossare la giacca e la cravatta, tutto azzimato. Ma lui si spogliò e mi fece vedere i suoi tatuaggi e da quello nacquero gli scatti. Ogni volta che guardo questa immagine ho i brividi perché ci vedo un uomo morto» [Shakur fu assassinato l’anno successivo].

Le collaborazioni si susseguono (The Face, GQ, Sunday Times, Tatler…) così come i viaggi: tra il 1987 e il 1989 sono condensati alcuni degli scatti più significativi, come quelli a Uma Thurman, Debbie Harry, Red Hot Chili Pepper, Kylie Minogue. Si sposta in America e, proprio a New York, realizzerà la serie di scatti a Kate Moss per Bloomingsdale, scatti che faranno la loro comparsa negli store americani, così come nelle campagne pubblicitarie televisive e nei vari media.

Kate Moss, fotografia di Michel Haddi
Kate Moss, New York, 1991 © Michel Haddi - «Questo scatto era stato fatto per l’edizione inglese di GQ a New York quando Kate aveva 17 o 18 anni. Lei era davvero grandiosa. Adoro le ragazze inglesi così pallide. Mi piace quello stile. Il messaggio che mi mandò [dopo il servizio fotografico, n.d.r] veniva dal cuore: era stata scritta durante il suo lungo e grande amore con Johnny Depp.»

Liza Minnelli, fotografia di Michel Haddi
Liza Minnelli, New York, 1991 © Michel Haddi - «Passò quattro ore al trucco, ma ne è valsa la pena – per una volta le fotografie non ebbero bisogno di alcun ritocco. Lei era una perfezionista. Ricordo quando mi disse “ La luce deve essere proprio davanti al mio viso”. Il risultato è stato che il servizio sembra essere degli anni Settanta invece che dei Novanta.»

Ma i soggetti si ampliano quando Haddi si trasferisce a Venice Beach: sembra non esista celebrità che non sia passata davanti all’obiettivo puntuale di Michel, dal mondo del cinema a quello della musica, come Cameron Diaz, Clint Eastwood, David Bowie, Tupac Shakur, Sean Connery, Tim Burton. I suoi scatti sentono l’influenza di fotografi del calibro di Cecil Beaton, Irving Penn, Richard Avedon, David Bailey, Helmut Newton o Mario Testino, che Haddi ha sempre guardato con ammirazione.
La fotografia mi permette di creare una realtà alternativa. La fotografia di moda non è una rappresentazione accurata della realtà. Certo, ci sono elementi didascalici, cosa va di moda, quali sono gli argomenti di maggior interesse popolari al momento, ma è anche un sistema fantasmagorico. Ho campo libero.
Il suo sguardo, intimo e personale, è condensato negli oltre trenta personaggi esposti in mostra che ci permette di vedere da vicino il lavoro e l’evoluzione dell’immagine contemporanea, seguendo il passaggio dall’analogico della carta stampata e patinata dei suoi primi lavori, fino all’avvento di internet e del digitale. Un passaggio epocale per la fotografia, nel quale solo gli artisti come Haddi hanno saputo mantenere un occhio intelligente ed innovativo in un mondo e in una cultura accelerati, che cambiano costantemente e a grande velocità.

Cameron Diaz, fotografia di Michel Haddi
Cameron Diaz, California, 1998 © Michel Haddi - «Stavo realizzando una storia sui giovani attori emergenti e lei arrivò indossando questa t-shirt. Lei è una ragazza davvero cool, molto allegra e divertente. Ho fotografato un sacco di persone che stavano per diventare famose e sapevo che lei sarebbe diventata una star.»

David Bowie, fotografia di Michel Haddi
David Bowie, Los Angeles, 1994 © Michel Haddi - «Mi disse “Sto uscendo da un film neorealista italiano degli anni 40”. Ed è così che io l’ho fotografato. Arrivò con abito e cappello al Peninsula Hotel e abbiamo finito in un’ora.»

La sua volontà di “inventare storie”, di far vivere lo scatto anche al di fuori dell’immagine fotografica, è evidente nella maggior parte dei suoi ritratti che sembrano implicare un continuum spazio-temporale con il mondo esterno: un prima e un dopo che diventano quasi necessari, come se la fotografia fosse un frame tratto da una pellicola cinematografica. Le sue immagini ci offrono uno spaccato della trasformazione interna della cultura visuale delle riviste patinate degli ultimi trent’anni, così come dello stile visivo e popolare tout-court.

Winona Ryder, fotografia di Michel Haddi
Winona Ryder, New York, 1993 © Michel Haddi - «Volevo farla sembrare una Marilyn Monroe con i capelli neri. Feci questi scatti per Interview che amarono molto questo servizio. Era davvero dolce, sembrava una bambola.»

Keanu Reeves, fotografia di Michel Haddi
Keanu Reeves, California, 1994 © Michel Haddi - «Feci questi scatti per Vogue Francia al tempo in cui era stava uscendo Il Piccolo Buddha – per questo lui appare qui come un Buddha. Lui faceva lo sciocco, tirando le scarpe in aria… Io ero solito allenarmi alla Gold Gym di Venice Beach e mi è capitato di vederlo lì qualche volta.»

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