Il reportage The opioid diaries, pubblicato dal Time, si conclude con una bellissima lezione di fotografia e di umanità da parte di James Nachtwey:
Ovvero, più o meno questo:
Photography can cut through abstractions and rhetoric to help us understand complex issues on a human level. Never is photography more essential than in moments of crisis. To witness people suffering is difficult. To make a photograph of that suffering is even harder. The challenge is to remain open to very powerful emotions and, rather than shutting down, channel them into the images. It is crucial to see with a sense of compassion and to comprehend that just because people are suffering does not mean they lack dignity.
James Nachtwey ritratto da Antonin Kratochvil (credo) |
La fotografia può aprire un varco nelle astrazioni e nella retorica ed aiutarci a comprendere problemi umanamente complessi. La fotografia è essenziale soprattutto nei momenti di crisi. Essere testimoni della sofferenza delle persone è difficile. Fotografare quella sofferenza è ancora più difficile. La sfida è quella di restare aperti a queste emozioni tremende e, piuttosto che cercare di sopprimerle, incanalarle nelle immagini. E' fondamentale avere uno sguardo capace di compassione ed essere consapevoli che solo perché le persone soffrono non significa che manchino di dignità.Mi ha colpito il suo richiamo alla "compassione", che merita un approfondimento:
compassióne s. f. [dal lat. tardo compassio -onis, der. di compăti «compatire», per calco del gr. συμπάϑεια]. – 1. Sentimento di pietà verso chi è infelice, verso i suoi dolori, le sue disgrazie, i suoi difetti... (Treccani)e, come in un gioco di scatole cinesi, è necessario soffermarsi anche sulla richiamata "pietà":
pietà s. f. (ant. pietate, pietade) [lat. piĕtas -atis (der. di pius «pio, pietoso»)]. – 1. a. Sentimento di affettuoso dolore, di commossa e intensa partecipazione e di solidarietà che si prova nei confronti di chi soffre (Treccani)Mixando il tutto, la lezione di fotografia che mi porto oggi a casa, e che voglio condividere, è che
per fotografare certe situazioni, è necessario guardarle con un sentimento di intensa partecipazione e di solidarietà verso chi soffre, ricordando che la dignità di una persona viene prima di ogni altra cosa. Anche dello scatto ad effetto.
Ciao
Giovanni B.
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