Sabine Weiss (Weber il cognome da nubile) nasce a Saint-Gingolph, in Svizzera, il 23 luglio 1924 e si avvicina alla fotografia in giovane età: sostenuta dal padre, inizia a fotografare nel 1932, con una macchina fotografica in bachelite acquistata con le sue mance, e prova la stampa a contatto sul davanzale della finestra.
Sabine Weiss, autoritratto con Rolleiflex, 1954 |
Dal 1942 al 1946 svolge l’apprendistato presso i Boissonnas, una dinastia di fotografi di studio che lavorano a Ginevra dalla fine del XIX secolo. Nel 1946 lascia Ginevra per Parigi e diviene l'assistente di Willy Maywald, fotografo tedesco specializzato in moda e ritratti. Questo lavoro le permette di avvicinarsi al jet set parigino dell'epoca, partecipando all'inaugurazione della casa di Dior e alla presentazione della loro prima collezione.
Nel 1950 sposa il pittore americano Hugh Weiss (Philadelphia, 1925 – Parigi, 2007), dal quale prenderà il congnome, e apre il suo studio. Le sue fotografie testimoniano l'ottimismo degli anni post-liberazione: "È stato un periodo bellissimo. Siamo stati tra la fine dell'occupazione tedesca e l'inizio dell'americanizzazione. La gente è uscita da un terribile calvario e ha pensato di poter ricostruire tutto", racconta.
Nel 1952 su raccomandazione di Robert Doisneau entra nell'agenzia Rapho, il che rappresenta una svolta improtante per la sua carriera; dal 1953 in poi le sue fotografie sono pubblicate da grandi giornali internazionali come “Picture Post”, “Paris Match”, “Vogue”, “Le Ore”, “The New York Times”, “Life”, “Newsweek”. Nello stesso anno Weiss partecipa alla mostra "Post War European Photography" al Museum of Modern Art di New York (MOMA) e nel 1954 l'Art Institute di Chicago le dedica un’importante personale. Nel 1955 tre dei suoi scatti sono scelti da Edward Steichen per la storica antologica “The Family of Man", al MOMA di New York.
Dal 1952 al 1961 Sabine Weiss collabora, accanto a fotografi come William Klein, Henry Clarke e Guy Bourdin, con Vogue, realizzando alcuni memorabili servizi di moda.
Parallelamente al lavoro svolto per le riviste, la Weiss si dedica alla fotografia di strada, fotografando i bambini, Parigi e la sua vita quotidiana.
Foto di Sabine Weiss |
Quando [Sabine Weiss] fotografa i bambini, diventa bambina lei stessa. Non esistono assolutamente barriere tra lei, loro e la sua macchina fotografica. (Hugh Weiss, artista e marito di Sabine Weiss)
L’America, raggiunta nel 1955 sul transatlantico Liberté in compagnia del marito Hugh, la impressiona fortemente; i suoi scatti realizzati nelle strade affolalte di New York, dal Bronx ad Harlem, da Chinatown alla Ninth Avenue, sono pubblicati dal New York Times in un ampio servizi dal titolo "I newyorkesi (e la Washington) di una parigina".
Nel 1957, Weiss ritrae in una serie di fotografie il pittore Kees van Dongen, conosciuto grazie al marito. Nello stesso anno lei e il marito comprano un piccolo capanno dominante le rovine del castello di Grimaud facendone la loro dimora. Nel 1969 allargano la casa che resterà la loro dimora fino alla morte del marito avvenuta nel 2007.
Nel 2017, Sabine Weiss ha donato il suo intero archivio, che conteneva 200.000 negativi, 7.000 provini a contatto, circa 2.700 stampe d'epoca e 2.000 stampe in ritardo, 3.500 stampe e 2.000 diapositive alla Musée de l'Elysée, Losanna.
Nonostante i suoi successi e la pubblicazione di circa 40 libri, tra cui "100 foto di Sabine Weiss per la libertà di stampa" di Reporter senza frontiere nel 2007, Sabine Weiss rimane una personalità discreta e poco conosciuta dal grande pubblico.
Commenti
Posta un commento