"La terra dei buchi", di Mattia Marzorati, è un libro che mi piace segnalare per un paio di motivi a mio parere veramente interessanti.
Prima di parlarne, il tema: secondo quanto riportato nei testi che accompagnano il volume, la provincia di Brescia è una delle più contaminate d'Italia (si parla di pesante inquinamento dell'aria, dell'acqua, del suolo) risultato di decenni di imprenditoria speculativa e di
baratto tra lavoro e benessere economico da un lato, tutela dell’ambiente e salute pubblica dall’altro (La terra dei buchi, Cerotti e Giubellini)
Marzorati ha scelto di raccontare con le sue fotografie le cause di questo disastro ambientale (il quotidiano La Repubblica il 13 agosto 2001 titolava "A Brescia una Seveso bis") e l'impatto sull'ambiente e sulle persone, sulla loro salute e sulla loro vita. Il risultato è il progetto "La terra dei buchi", confluito poi nell'omonimo libro.
Progetto che, come detto all'inizio, oltre al tema affrontato presenta almeno altri due punti di interesse.
Il primo è che, quando si sa fare il proprio lavoro, si può sviluppare un progetto fotografico "vincente" anche in casa nostra, in questo caso la provincia bresciana; per intenderci "La terra dei buchi" ha ricevuto diversi riconoscimenti (Everything is Connected – Slideluck Editorial 2020, Reset – Sistema Festival Fotografia 2021, Premio Amilcare G. Ponchielli); è stato pubblicato su L’Espresso, Vogue Italia, Revista 5W, Sky tg24, The British Journal of Photography, ed è stato esposto al Brighton FotoFringe 2020, al Gibellina Photoroad 2021, al Vogue Photo Festival 2020, al Photoszene Cologna 2021, al Festival della fotografia etica di Lodi 2021 e al SIFEST 30 a Savignano. Come Mario Giacomelli ha insegnato, non è affatto necessario girare il mondo per realizzare fotografie interessanti. Anzi, "più ci avviciniamo al mondo, piccolo e insignificante, della nostra comunità, e più diventiamo significativi" (Alistar Crawford, Nella comunità dove meno è più, in "Mario Giacomelli, la figura nera aspetta il bianco").
Il secondo aspetto che mi ha affascinato è la scelta del fotografo di affrontare questo tema molto "pesante" con delle fotografie a colori ("orrore! la fotografia impegnata è in bianco e nero!"), molto curate nell'estetica, che mi hanno favorevolmente richiamato (ma può essere solo una mia suggestione) ad alcune periferie di Basilico, atmosfere di Ghirri, addirittura (ma ho guardato e riguardato l'immagine più volte e ne sono convinto) a Eugene Smith. Il contrasto che scaturisce tra estetica dell'immagine e il suo contenuto rende ancora più forte il messaggio; scelta stilistica, quindi, assolutamente azzeccata (passa per me invece in secondo piano la scelta del fotografo di lavorare solamente in pellicola).
Si può poi fare un'ultima constatazione: la fotografia, lo sappiamo tutti oramai, non può cambiare il mondo. Ma un progetto fotografico ben fatto, realizzato con l'orgoglio di un artigiano, può aiutare a dare voce a situazioni che resterebbero mute: è innegabile che "La terra dei buchi" - con tutti i riconoscimenti, le citazioni, le pubblicazioni in riviste italiane e internazionali - ha dato visibilità ad una situazione che poco spazio aveva e ha trovato sui media nazionali. Nulla di nuovo: "Tutto dipende da come decidi di raccontare la tua storia. In quel momento decidi se la tua storia sarà letta, oppure no; se diventerà virale, oppure no."
Tutto il progetto fotografico è confluito, a fine 2021, in un libro edito - a tiratura limitata - da seipersei edizioni, e acquistabile sul sito dell'editore stesso. Il libro è completato da brevi testi di Marino Ruzzenenti, Rosa Cerotti e Raffaella Giubellini che documentano a parole quello che le fotografie di Mattia efficacemente mostrano. O dimostrano, a seconda dei punti di vista.
Se riuscite a procurarvelo, buona lettura!
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Titolo: La terra dei buchi
Autore: Mattia Marzorati (vedi il sito web)
Editore: seipersei
Anno: 2021
Lingua: Italiano
Pagine: 112 p(Arena Natural smooth da 170gr, stampa quattro colori)
Tiratura: 500 copie
Prezzo: 33€
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