Ho acquistato "Le immagini raccontano. Gli Stati Uniti", di Antonio Di Bella, con grandi aspettative, attratto dalla promessa di un racconto per immagini della storia americana. Ma, a lettura terminata, devo ammettere di essere rimasto insoddisfatto.
Un giudizio è sempre e inevitabilmente soggettivo e dipende molto dalle aspettative. E le mie aspettative su questo libro erano alte, alimentate in particolare dal ripetersi quasi ossessivo della parola "Immagini", nel titolo - ovviamente - ma anche nella sinossi:
- «Le immagini della storia americana sono tra le più evocative al mondo. Eventi, personaggi e simboli d'oltreoceano hanno assunto nel tempo i colori del mito e della leggenda.»
e, ancora:
- «Attraverso una carrellata di immagini forti, iconiche - molte delle quali sono radicate nella nostra memoria visiva -, Antonio Di Bella ripercorre duecentocinquant'anni di storia americana... »
Con questa aspettativa - che le immagini avessero un ruolo centrale nella narrazione - il libro di Antonio Di Bella mi ha lasciato, senza giri di parole, insoddisfatto: le immagini, più che linguaggio principale, sembrano essere un complemento visivo, talvolta subordinato al testo. Pure la scelta di abbracciare molti temi e momenti della storia americana, senza immergersi davvero in profondità, ha limitato le possibilità di avviare un'analisi incisiva sulle contraddizioni della storia e della società americana. Per chi cerca un dialogo profondo e significativo tra fotografia e narrazione il libro perde, così, buona parte del suo potenziale.
Forse, quindi, questo libro va visto più come una finestra introduttiva sulla storia americana, raccontata con il taglio di un giornalista e con l’uso delle immagini come supporto, piuttosto che come una vera e propria opera "fotografica" o di approfondimento storico dedicato ai veri appassionati di fotografia o agli studiosi di storia americana. Di Bella, con il suo stile narrativo e le sue capacità divulgative, cerca di rendere accessibile la complessità degli Stati Uniti a un pubblico ampio, ma rischia di lasciare insoddisfatti coloro che cercano un approfondimento o un punto di vista più personale e strutturato.
Ciao
Giovanni
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