Look at the U.S.A., di Peter van Agtmael: "l'America è un Paese costruito sul conflitto"

Look at the U.S.A., l'ultimo libro fotografico di Peter van Agtmael, non si limita a raccontare le guerre recenti ma ci invita a indagare ulteriormente, a esplorare le radici profonde della violenza che attraversa la storia e la cultura statunitense. 

Copertina del libro Look at the U.S.A., di Peter van Agtmael

Con uno stile che intreccia fotografia e testo, van Agtmael ci porta in un viaggio che va dall'inizio della guerra in Iraq alla caduta di Kabul, passando per momenti cruciali come l'elezione di Trump e l'assalto al Campidoglio. Questo ampio arco temporale gli consente di tracciare un filo rosso tra i conflitti esterni e le tensioni sociali interne, rivelando un paese segnato da ferite profonde.

Le fotografie di van Agtmael vanno oltre la documentazione visiva: sono ritratti intensi di umanità ferita. Ogni immagine è carica di significato, mostrando il trauma e la perdita con una sensibilità che colpisce nel profondo. L'alternanza tra immagini e testi offre un'esperienza di lettura immersiva, dove ogni dettaglio contribuisce a creare un quadro complesso e sfaccettato.

In questo percorso il fotografo non si ferma alla superficie. Esplora le radici storiche della violenza americana, rintracciandole nella conquista del West, nella schiavitù e nelle guerre contro i nativi americani. Questa lunga storia di dominio e scontro ha plasmato una società che spesso fatica a risolvere i conflitti senza ricorrere alla forza. La polarizzazione politica, le divisioni razziali e le disparità economiche che caratterizzano l'America contemporanea non sono che l'ultimo capitolo di una narrazione iniziata secoli fa.

In "Look at the U.S.A." van Agtmael sembra dialogare idealmente con "Natural Born Killers", il film di Oliver Stone del 1994. Entrambi indagano le cause profonde della violenza americana. Se Stone utilizza una narrazione iperbolica e satirica, van Agtmael adotta un approccio documentaristico e riflessivo, ma il messaggio è simile: la violenza è profondamente radicata nella storia e nella cultura degli Stati Uniti.

Oliver Stone denuncia la fascinazione americana per la violenza, van Agtmael documenta le sue conseguenze, offrendo uno sguardo empatico e lucido sulle ferite della società. Entrambi ci invitano a riflettere su una cultura che tende a risolvere i conflitti con lo scontro, perpetuando un ciclo che sembra difficile da spezzare (questa continua tensione è, infine, la causa dell'implosione della nazione americana in "Civil War", di Alex Garland, il terzo ideale tassello di questa riflessione sugli Stati Uniti Americani).

"Look at the U.S.A." è uno splendido libro fotografico: è un'opera che non si limita a raccontare ma che interroga, che sfida, che invita a guardare oltre la superficie e a confrontarsi con le contraddizioni di una nazione. L'America è un paese che ha costruito la sua identità sul conflitto – interno ed esterno – e che fatica a immaginare alternative alla forza come strumento di risoluzione. Le immagini e le parole di van Agtmael sollevano una domanda fondamentale: può una nazione fondata su queste premesse trasformarsi in qualcosa di diverso?


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Peter van Agtmael (Washington, 1981) è un pluripremiato fotografo documentarista statunitense. Dal 2006 si è concentrato sulle guerre in Iraq e in Afghanistan e sulle loro conseguenze negli Stati Uniti. Dal 2013 è membro di Magnum Photos. 

I suoi lavori sono pubblicati sulle più importanti riviste, tra le quali: The New York Times Magazine, Time, The New Yorker e The Guardian.

Ha pubblicato:

  • "2nd tour, Hope I Don't Die", pubblicato da Photolucida nel 2009 come premio per aver vinto il Critical Mass Book Award;   
  • "Disco Night Sept. 11", uscito nel 2014 e realizzato con il contributo del W. Eugene Smith Grant;
  • "Buzzing at the Sill", pubblicato da Kehrer Verlag nel 2016;
  • "Sorry for the War", uscito nel 2021;
  • "Look at the U.S.A.", uscito nel 2024.

Puoi seguirlo sul suo account Instagram:  o sul suo sito web.

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