"Failing", il nuovo libro di Mike Brodie

Nel panorama della fotografia contemporanea, poche figure incarnano lo spirito nomade e l'autenticità espressiva come Mike Brodie. Emerge dalle pieghe della cultura underground americana con una voce visiva inconfondibile, capace di documentare con sguardo intimo e non giudicante le vite ai margini della società che abbiamo costruito. Il suo nuovo lavoro, "Failing", segna il ritorno di un artista che aveva scelto di abbandonare la ribalta per immergersi in una nuova vita. Dopo anni di silenzio, Brodie ci offre ora un documento straordinario che trascende la semplice narrazione fotografica per diventare una profonda riflessione sull'identità americana, sulle sue contraddizioni e sulla ricerca di significato nelle terre dimenticate del sogno nazionale.

Da "Failing", di Mike Brodie

Il primo libro fotografico di Mike Brodie, A Period of Juvenile Prosperity, è apparso più di 10 anni fa, con i ritratti dei suoi compagni in viaggio sui treni merci e dei vagabondi incrociati in una ribelle e impetuosa ricerca di avventura e libertà. "Brodie si è lanciato nella vita della fotografia come se fosse stato il primo a farlo", scrisse su Aperture Danny Lyon.

In seguito è arrivato Tones of Dirt and Bone, una raccolta di fotografie scattate da Brodie con la Polaroid SX-70 nei suoi primi viaggi sui treni merci attraverso gli USA, quando era conosciuto come "The Polaroid Kidd".

Poi Brodie sembrò scomparire dal mondo dell'arte in modo tanto improvviso e misterioso quanto era apparso. Forse la sua scomparsa era un altro mito. Forse era solo un ritiro necessario. "Mi stavo distaccando da tutto questo", dice. "Stavo crescendo. Stavo inseguendo un'altra vita".

A Nashville è diventato un meccanico di motori diesel. Si è innamorato. Si è trasferito nuovamente attraverso il Paese. Si è sposato. Ha comprato un terreno sulla lunga e polverosa strada di Winnemucca resa eterna da Johnny Cash. Ha avviato una propria attività. Ha costruito una casa. Ha messo radici. E quando quella vita è esplosa, gli spazi aperti lo hanno nuovamente reclamato.

In tutti questi anni Brodie ha continuato a scattare e, finalmente, quelle immagini vedono oggi la luce. Se il primo libro fotografico di Michael Brodie era un sogno cinematografico, Failing è il risveglio e il rendiconto, un diario fotografico crudo, ferito e bruciante di onestà di un decennio segnato dall'amore e dalla delusione, dalla perdita e dal dolore — biblico nella sua portata e nella sua ricerca di verità e significato. Ecco il rovescio del sogno americano, visto dall'interno; ecco la testimonianza diretta del caos brutale della dipendenza e della morte; ecco gli incontri  con autostoppisti e vagabondi, ecco la comunità eterogenea degli emarginati e della strada.

Failing si muove spesso nell'oscurità ma è teso alla grazia. L'occhio di Brodie rimane sempre aperto alla bellezza strana e fugace che esiste nei luoghi dimenticati — la campagna aperta e gli orizzonti perduti che scorrono davanti a finestre impolverate. "Guardando indietro, è come se tutto non fosse mai realmente accaduto. Non sono mai stato un fotografo con una macchina fotografica in mano, ma un tramite per raccontare una storia. È come se tutto fosse esistito dentro un sogno, e questo fosse solo il piano di Dio per la mia vita".

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