Apre domani 5 aprile al MUDEC di Milano la mostra "Deep Beauty", rassegna che affronta una domanda quantomeno intrigante:
"Siamo proprio sicuri che la bellezza universale esista davvero?"
La risposta viene cercata attraverso le opere di grandi artisti come Marina Abramović, David Hockney, Michel Comte, David LaChapelle, Michelangelo Pistoletto, Helmut Newton, e Robert Mapplethorpe (non solo fotografia, quindi, ma anche installazioni e video installazioni).
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Marilyn Monroe, Crucifix III, The Last Sitting® 1962 ©BertSternTrust / courtesy Paci Contemporary Gallery (Brescia - Porto Cervo, IT) |
Il percorso espositivo invita lo spettatore a smantellare, al di fuori di qualunque ragionamento, gli ideali di bellezza «perché - ci provoca Giuseppe Mastromatteo, Presidente e Chief Creative Officer di Ogilvy Italia - la bellezza autentica i confini non li supera, semplicemente li smantella. E noi, non siamo di fronte a qualcosa da analizzare, ma a un’esperienza che ci attraversa e che disturba. Deep Beauty esplora la bellezza che emerge dall’ossessione, dalla follia, dalla ricerca, dalla luce che modella il corpo e dal mistero ineffabile che solo l’arte, attraverso lo sguardo di questi autori che considero giganti, sa riconoscere e svelare».
La bellezza autentica i confini non li supera, semplicemente li smantella
La mostra è a ingesso gratuito, grazie al supporto di KIKO Milano, non richiede prenotazione e sarà aperta fino al 25 maggio. Un'opportunità interessante per confrontarsi con un tema sempre più stereotipato e banalizzato.
Info utili:
MUDEC PHOTO – Museo delle Culture di Milano (Via Tortona, 56) www.mudec.it
DATE 5 aprile 2025 - 25 maggio 2025
ORARI MOSTRA - Lun 14.30 -19.30 | Mar, Mer, Ven, Sab, Dom 09.30 - 19.30 | Gio 9.30-22.30| Ingresso libero (Ultimo ingresso 30 minuti prima)
Di seguito il comunicato stampa con tutte le informazioni utili per prepararsi alla mostra
DEEP BEAUTY - Il dubbio della bellezza
Siamo proprio sicuri che la bellezza universale esista davvero?
Dal 5 aprile fino al 25 maggio 2025 il Mudec Photo ospita Deep Beauty. Il dubbio della bellezza, mostra curata da Denis Curti, ideata dal team creativo di Ogilvy Italia sotto la direzione artistica di Giuseppe Mastromatteo, Presidente e CCO, realizzata grazie al sostegno di KIKO Milano e in collaborazione con Mudec, Comune di Milano, e 24 ORE Cultura.
L’esposizione si avvale anche del contributo straordinario dell’artista Paolo Ventura, che ha partecipato all’elaborazione grafica dell’allestimento.
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Nella foto: Carla Bruni fotografata da Michel Comte, 1996 |
La mostra, che aprirà al pubblico il 5 aprile e sarà a ingresso gratuito, presenta un excursus sul tema dell’evoluzione del concetto di bellezza attraverso una selezione di oltre sessanta capolavori - nel campo delle arti visive dalla fotografia alla video art fino all’impiego dell’intelligenza artificiale - di grandi artisti come, tra gli altri, Marina Abramović, David Hockney, Michel Comte, David LaChapelle, Michelangelo Pistoletto, Helmut Newton, e Robert Mapplethorpe.
«Il percorso espositivo» scrive il curatore Denis Curti «comincia cronologicamente con Julia Margaret Cameron, fotografa inglese attiva a metà Ottocento, rappresentante di spicco del movimento pittorialista che, con le sue fotografie dominate da atmosfere preraffaellite, colleziona un abbecedario emozionale dei sentimenti umani e si conclude con due filmati realizzati con l’intelligenza artificiale da Alberto Maria Colombo e David Szauder. Il primo è incentrato su come le emozioni possano essere il vero denominatore comune abile nel riunire, sotto il mantello dell’espressività, tutta la specie umana; il secondo è invece direzionato a operare un ribaltamento della fusione affettiva che spesso si verifica tra uomo e animale domestico».
Al Mudec Photo le oltre 60 opere di grandi artisti e fotografi italiani e internazionali saranno inserite all’interno di un percorso diviso in sei sezioni - Trasfigurazioni, Incanti, Vertigini, Labirinti, Nuovi Mondi, Artifici - che esplora le declinazioni della bellezza e delle sue trasformazioni contemporanee, dall’inizio del XX secolo ad oggi.
La mostra è sostenuta da KIKO Milano, marchio ambasciatore della bellezza italiana nel mondo, che ha deciso di investire concretamente nell’arte e nella fotografia contemporanea in un progetto dedicato alla bellezza nelle sue molteplici declinazioni. Con questo contributo, l’azienda conferma il proprio impegno nel promuovere cultura e creatività, restituendo valore al territorio e alla comunità per stimolare una riflessione profonda e condivisa, come racconta il suo CEO Simone Dominici: «Ogni persona è un universo, una combinazione di esperienze uniche, di emozioni e di sogni, e proprio in quella diversità risiede la ricchezza più inestimabile. Il nostro scopo, come Brand, è proprio quello di ispirare chi ci circonda e invitarlo a scoprire e abbracciare questa bellezza senza confini. Una bellezza che non è soggetta a modelli imposti ma che fiorisce nella sua diversità quando le permettiamo di brillare senza riserve».
Un progetto che diventa un’opportunità per creare un dialogo tra la dimensione estetica e il tessuto sociale ed economico della città. KIKO Milano rafforza così il proprio ruolo di attore responsabile nello sviluppo culturale ed economico, dimostrando che l’impresa può essere motore di creatività e innovazione per tutta la comunità.
«Il progetto quindi invita lo spettatore a perdersi, a sfuggire a qualsiasi ragionamento, perché la bellezza autentica i confini non li supera, semplicemente li smantella. E noi, non siamo di fronte a qualcosa da analizzare, ma a un’esperienza che ci attraversa e che disturba. Deep Beauty esplora la bellezza che emerge dall’ossessione, dalla follia, dalla ricerca, dalla luce che modella il corpo e dal mistero ineffabile che solo l’arte, attraverso lo sguardo di questi autori che considero giganti, sa riconoscere e svelare» afferma Giuseppe Mastromatteo, Presidente e Chief Creative Officer di Ogilvy Italia.
Fotografie, installazioni e video installazioni sono state rese disponibili al pubblico grazie alla collaborazione con importanti collezionisti - Paolo Clerici, Giampaolo Paci, Ettore Molinario e Pier Luigi Gibelli - che hanno aperto i loro scrigni privati per condividerli con tutti i visitatori.
LE SEZIONI.
Trasfigurazioni
Man Ray, Nino Migliori, Weegee, Bert Stern, Irving Penn, Giovanni Gastel, Cindy Sherman, Michel Comte, ORLAN, Andres Serrano, Rankin, David LaChapelle.
Soggetti modificati, camuffamenti corporei, identità multiple e identità celate, sguardi deformi e rimodellati: l’osservatore viene accolto da una dimensione che lo invita ad abbandonare ogni suo riferimento concreto per lasciarsi travolgere dal fascino dell’interpretazione artistica.
Fin dalla sua invenzione, la fotografia si è sempre dimostrata un mezzo ambiguo capace di trarre in inganno chiunque si trovi a dialogare con il suo contenuto. Ed è proprio in un contesto simile, dove niente è mai come sembra, che tutto può essere riscritto in funzione di una realtà nuova, svincolata da leggi fisiche e imposizioni morali. Queste immagini chiedono a gran voce di essere guardate, indagate, anche odiate e, soltanto alla fine, capite. Ogni scatto presentato sintetizza il principio alla base dell’intervento autoriale: creare delle parabole vitali destinate a essere distrutte e poi ricomposte nella mente altrui e quindi, di riflesso, impiegate attivamente in un processo di maggiore consapevolezza.
Incanti
Julia Margaret Cameron, André Kertész, Florence Henri, Elliott Erwitt, Willy Rizzo, Frank Horvat, Ugo Mulas, Sandy Skoglund, William Klein, Thomas Struth, Alex Prager, Miles Aldridge.
L’uomo ha bisogno di creare qualcosa che, nel tumulto della contemporaneità, possa farlo sentire accolto, al sicuro, sentimentalmente protetto. Allora il sogno e il desiderio sono quelle voci che popolano questa terra di mezzo dove il tempo perde di significato. Queste fotografie emergono dall’oscurità di una pellicola vuota per inseguire la luce della creazione. Senza soluzione di continuità, mutano la loro forma per sprigionare una carica visiva quasi accecante e capace, a sua volta, di contrastare l’assenza con la comprensione, la solitudine con l’amore. Ogni soggetto ritratto, o anche solo immaginato, respira all’interno delle sue sfumature esperienziali mostrandosi all’osservatore come in posa per un’immagine che non finisce mai di esser scattata, capace di cristallizzare la scena nel momento prima che tutto accada.
Vertigini
Horst P. Horst, Bill Ray, Tazio Secchiaroli, Gian Paolo Barbieri, Guy Bourdin, Jan Saudek, Robert Mapplethorpe, Peter Beard, Bettina Rheims, Ferdinando Scianna, Helmut Newton, Martin Schoeller, Mario Testino.
Sedurre oppure essere sedotti? Guardare oppure essere guardati? Ogni scelta è concessa, poiché in fotografia, molto spesso, ogni storia si snoda seguendo la poetica del “non detto”. Queste immagini si posizionano sul confine sottile che separa l’attrazione dalla provocazione. Quello che è celato alla vista, ma evidente nella mente dell’autore, penetra nel pensiero dell’osservatore amplificando l’esperienza semiotica legata all’immagine. Le fotografie compaiono allora non tanto come oggetti divulgatori di una realtà compiuta, piuttosto come portali sensoriali capaci di coniugare pudore e pulsioni dell’inconscio.
Labirinti
Bill Brandt, Seydou Keïta, Miroslav Tichy, David Hockney, Lord Snowdon, Herb Ritts, Peter Hujar, Nan Goldin, Steven Meisel, Arno Rafae Minkkinen, Irina Ionesco, Erwin Olaf, Ren Hang, Toiletpaper.
Cosa si cela oltre l’ignoto? Incertezza, perdizione, fascino, bisogno di libertà, l’enigma dell’esistenza stessa. Ecco che queste immagini invitano a riflettere su quanto si è disposti a sacrificare delle proprie certezze per accogliere un pensiero laterale. In questo campo, il cui perimetro non possiede dei confini netti, gli autori giocano la carta della presenza scenica per far emergere un senso di smarrimento. Così facendo, ogni allegoria che collega queste fotografie alla vita contribuisce a innescare un processo di metamorfosi contraddistinto da quel brivido eccitante che anticipa una novità, un’avventura pericolosa o persino una relazione metaforicamente debilitante.
Nuovi mondi
Juno Calypso, Maisie Cousins, Bodhi Shola, Weronika Gęsicka, Agata Wieczorek, Angelo Formato, Paolo Ventura, Carolyn Drake.
Personaggi meta-umani o soggetti che colpiscono per la loro indiscutibile carica di autenticità: in entrambi i casi a parlare è la concezione di un corpo che supera i suoi limiti anatomici per essere riempito, plasmato, celebrato come un vero costrutto artistico. L’inganno della perfezione, il prendersi cura di sé stessi e dei propri desideri, lo scendere a patti con la propria forma o la rielaborazione della stessa, vengono spinti all’estremo per diventare simboli dell’autodeterminazione contemporanea. Questi autori non si accontentano di mostrare una versione del mondo fedele alla loro condizione terrena, bensì, vestendo i panni di nuove divinità pagane, gettano le basi per la costruzione di tanti micro-universi disegnati a loro immagine e somiglianza.
Artifici
Michelangelo Pistoletto, Marina Abramović, Alberto Maria Colombo, David Szauder.
Immagini consecutive riprese nell’attimo in cui sembrano prendere vita, forme che escono dai margini del frame per invadere lo spazio fisico: queste sono opere che vogliono proiettare il concetto di bellezza oltre la bidimensionalità fotografica per avvicinarsi sempre di più alla tridimensionalità della realtà. Gli autori qui presenti fondano i loro ragionamenti artistici su delle liriche visive che evocano più significati e che permettono loro di decidere come le cose devono apparire, concorrendo così all’affermazione di un totale ripensamento creativo. Traslare ciascuna di queste intuizioni teoriche sul piano operativo significa per loro scegliere di produrre immagini abili nel contribuire alla costruzione di una collettività libera nella parola e nella metodologia espressiva.
Accompagna l’esposizione un catalogo pubblicato da 24 ORE Cultura con testi di Denis Curti, Giuseppe Mastromatteo, Simone Dominici, Paolo Clerici, Giampaolo Paci, Ettore Molinario e Pier Luigi Gibelli e progetto grafico di Ogilvy Italia.
Deep Beauty sarà inoltre disponibile online con un’esperienza virtuale immersiva, sviluppata in collaborazione con AQuest, che restituisce fedelmente il percorso espositivo e la sua narrazione visiva, accessibile anche tramite QR Code per approfondire le informazioni sulle opere in mostra.
La mostra è a ingresso libero senza prenotazione.
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